Mai come nell’ultimo anno, a causa della pandemia da Covid-19, si è parlato tanto di anziani. Gli anziani che morivano da soli nelle RSA, nei reparti di rianimazione, gli anziani fragili a cui nessuno più poteva fare visita, gli anziani separati da figli e nipoti e da tutte le figure di riferimento. Tra gli anziani abbiamo registrato il più alto numero di morti da Covid, una perdita enorme per il tessuto sociale dell’intero paese.
Una perdita di quella memoria collettiva a cui da sempre si fa riferimento: la generazione della guerra e del dopo guerra, quella che ha subito i bombardamenti, che ha patito la fame, che è emigrata a cercare fortuna ha pagato un prezzo enorme allo scoppio della pandemia.
Tra questi gli anziani più fragili con demenza o Alzheimer che hanno manifestato un marcato peggioramento della sintomatologia cognitiva, comportamentale ed emotiva.
Ad introdurre il tema ci faremo guidare dall'interpretazione della poetessa Beatrice Zerbini, accompagnata da Alicia Galli, Direttrice d'Orchestra, impegnate nello spettacolo “Perdere” che attraverso il testo poetico e la musica, si propone di declinare il tema della malattia dal punto di vista emozionale.
Interverrà poi la vice presidente della Fondazione, Maria Grazia Creta, presentando la Fondazione stessa e gli obiettivi di questo primo anno di vita.
Poi la parola passerà al Prof. Rabih Chattat per l'intervento principale che affronterà il tema del distanziamento sociale e il significativo impatto che l'isolamento ha avuto sulle persone con demenza e sul benessere di coloro che se ne prendono cura sia essi familiari o professionisti.